
Di Jean-Claude Martini
Con ben dodici giorni d’anticipo, complice i sapientemente preventivati ponti di Pasqua e del 1° Maggio, l’ambasciata vietnamita a Roma ha organizzato una celebrazione in grande stile per il cinquantenario della liberazione di Saigon (oggi Città Ho Chi Minh) e della conseguente riunificazione del Paese, che caddero il 30 aprile 1975. Chi scrive vi ha preso parte, anche questa volta, in compagnia dell’impeccabile Anteo Edizioni, con cui fiorisce la collaborazione in vari ambiti, dall’editoria agli studi geopolitici nel quadro del CeSEM.
Si potrebbe dire che sia stata, di fatto, una festa italo-vietnamita, poiché molti sono stati i tributi alla solidarietà internazionalista manifestata dal popolo italiano, nei suoi strati più progressisti e illuminati, comunisti e socialisti alla testa (come sottolineato da chi scrive in un’intervista impromptu a una giornalista vietnamita), alla lotta di liberazione del Vietnam. Prima fra tutti, una mostra fotografica di riproduzioni delle testate dei vari giornali italiani e non solo (anche il Daily Mail e il Telegraph) e di cartelli esposti dai manifestanti che scendevano in piazza all’epoca che informavano delle eroiche imprese dei combattenti e chiamavano a varie forme di solidarietà nei loro riguardi, comprese donazioni del sangue. Ancora più assordante risulta quindi il silenzio dell’assenza totale della diplomazia di Roma all’evento, laddove si sono presentati, tra ambasciatori e addetti militari, i rappresentanti di Russia, Cina, Iraq, Kazakistan, Armenia, Myanmar, Cuba, Cile, Messico e addirittura degli stessi sconfitti: gli Stati Uniti.
Dopo la proiezione di un video vietnamita, sottotitolato in inglese, sulla Battaglia di Saigon, che ben illustrava le gesta dei vietcong nella guerra impari condotta contro l’imperialismo americano e i suoi fantocci della cosiddetta “Repubblica del Vietnam” (Sud), e l’esecuzione degli inni nazionali italiano e vietnamita, il compagno ambasciatore Duong Hai Hung ha pronunciato un vibrante discorso che alla memoria degli eroi guidati dal Partito Comunista accompagnava la fiducia nel presente e nell’avvenire del Vietnam socialista, impegnato nell’edificazione di una società ad alto reddito e sviluppata entro il 2045, per il centenario, cioè, della liberazione della Patria dagli occupanti giapponesi. L’intervento del compagno Duong è stato incentrato sulla posizione del suo Paese a difesa della pace, una posizione coerente mantenuta da sempre e nei confronti degli stessi Stati Uniti, verso i quali si è seguita una linea di riconciliazione nonostante gli spaventosi crimini da essi commessi contro il popolo vietnamita, che fanno sentire le proprie conseguenze ancora oggi.
Alcune esibizioni di arti marziali nazionali e un buffet a base di specialità locali hanno adornato e concluso la giornata, permettendo ai presenti di fraternizzare tra loro, fare conoscenza e rafforzare i rapporti politici con gli altri rappresentanti diplomatici, nell’ottica di rafforzare una cooperazione che, attendendo il governo italiano, morirebbe nelle frasi di circostanza e nelle scartoffie burocratiche depositate nei cassetti degli uffici della Farnesina. Sono state gettate in particolar modo le basi per la continuità di questa iniziativa con quella che il 23 si è svolta all’ambasciata cubana e ripreso il contatto con l’attaché dell’ambasciata russa dopo il successo dell’iniziativa di Agliana del 2 marzo. Il SOCIT è stata infatti l’unica realtà politica presente all’ambasciata vietnamita assieme al Partito Comunista Italiano; l’organismo diplomatico a noi più vicino, il Consolato del Vietnam per l’area Torino-Genova, avente sede nel capoluogo piemontese, mentre tra i giornalisti ha effettuato un ottimo e sintetico focus Lorenzo Somigli, direttore de Il Tazebao.
13/05/2024 – Quando si parla di incredibili imprese che molti popoli hanno compiuto per smarcarsi dal giogo coloniale straniero, la prima che dovrebbe saltare in mente è la battaglia di Dien Bien Phu. Si tratta di un evento che in estrema sintesi si può riassumere come l’impresa dei vietminh di espandere il loro controllo su aree sempre più vaste e logorare le truppe francesi scacciandole dal loro territorio e completare così l’unificazione della loro Patria, che però vene completata definitivamente nel 1976.
24/05/2024 – La visita all’ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam a Roma del 21 maggio si è articolata in due eventi di cui parleremo in resoconti distinti. Per questo primo resoconto, la presentazione tenutasi in ambasciata del nuovo volume di Anteo Edizioni “Teoria e Pratica del Socialismo in Vietnam”, una traduzione italiana esclusiva dell’edizione inglese della National Political Publishing House. Una raccolta di scritti di fondamentale importanza per comprendere il Vietnam contemporaneo, presentata a delegati di forza politiche e non, italiane e non, assieme all’ambasciatore del Vietnam Duong Hai Hung ed al Dott. Le Van Loi, vicedirettore dell’Accademia nazionale di politica di Ho Chi Minh.
27/05/2024 – Nella giornata del 21 maggio una nostra delegazione formata dal segretario nazionale Giovanni Amicarella, Enea Stella ed Ivan Branco, assieme al delegato ufficiale Jean-Claude Martini per KFA Italia, si è recata su gentile invito delle Anteo Edizioni a due eventi nell’ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam. La visita si è aperta con una tavola rotonda inerente al centotrentaquattresimo anniversario della nascita di Ho Chi Minh, che cadeva il 19 maggio, con un’attenzione precisa al suo periodo in Italia ed alla sua stima per il popolo italiano. Non sono mancate occasioni di dialogo con le realtà presenti, sia italiane che vietnamite, a saldare ancora di più le fondamenta poste durante il primo incontro.
25/02/2025 – Il segretario Giovanni Amicarella ha dichiarato: “Nella giornata di ieri, in occasione del novantacinquesimo anniversario del Partito Comunista del Vietnam (quando si parla di comunismo fuori dall’Occidente la definizione sfuma terribilmente, e per fortuna visto come stanno ridotti i puristi nostrani) ha visto ospiti in ambasciata i rappresentanti di diversi, se non tutti, paesi dell’ASEAN e il dott. Damian Delgado Vázquez, segretario politico dell’ambasciata cubana e ottimo conoscente. L’intervento di Stefano Bonilauri, direttore di Anteo Edizioni, ha avuto per perno l’importanza dell’esperienza socialista per il Vietnam stesso, che ha reso un feudo coloniale un paese libero e moderno. Dalla lotta alla corruzione, alle politiche sociali, la classe dirigente del Vietnam ha optato per un approccio organicistico e non burocratico per rendere partito e popolo un compatto tutt’uno. Ho avuto modo di farmi ancora di più un’idea un merito a diverse questioni parlando con i vari corpi diplomatici, con cui mi sono posto con il dovuto rispetto ma sottolineando sempre che l’esigenza per l’Italia oggi è smettere di avere socialisti esterofili che guardano all’estero, non per avere amici ma per emulare. Il collante che lega i paesi socialisti è una causa che ha per perno le nazioni e i popoli che abbracciano la lotta per una giustizia sociale, con le loro strutture e sovrastrutture, con le loro peculiarità. Se un giorno un’Italia socialista sarà, sicuramente troverà anche ad Oriente amici con cui scambiare merci e idee. Cosa che ho rimarcato, con estremo piacere, presso l’emittente vietnamita che era a riprendere la giornata”.