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La recentissima caduta del regime baathista di Bashar al-Asad e la presa di Damasco da parte dei ribelli chiudono un capitolo di storia nel Medio Oriente e ne danno vita a un altro. Un regime, quello del presidente Bashar, durato più di venti anni, e che ora è stato spazzato via con una rapidità impensabile. La garanzia di stabilità sociale e nazionale, già messa a repentaglio con la stagione delle Primavere Arabe nel 2011, ora andrà totalmente a disintegrarsi, tutto a favore degli interessi degli attori regionali dell’area limitrofa. In questo pezzo non ci interessa esporre analisi geopolitiche ma vorremmo solo ricordare come la Siria sia stata l’ultimo Paese arabo ad essere governato da un partito baathista per più di 50 anni, e di come la fine del regime baathista siriano rappresenti la triste conclusione di un progetto che ha coperto tutto il Novecento del mondo arabo. Quello che si vuole presentare qui è un’apologia del fenomeno baathista, analizzando il contesto che lo ha generato, e presentando i documenti statuari e programmatici che lo hanno definito sin dagli inizi come una formazione politica di estrema avanguardia per le posizioni assunte sia sulle questioni estere sia su quelle interne. Andando oltre i singoli regimi regionali che hanno spesso travisato gli obiettivi del Ba’th, vogliamo presentare quella che è stata l’autentica ideologia rivoluzionaria araba del XX secolo, nella purezza della sua forma e dei suoi contenuti. Partiremo presentando dunque i fatti storici in cui si inserisce la creazione del Ba’th, spiegando approfonditamente la sua singolare proposta per una “via araba al socialismo”.

Analisi