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La Carta del Carnaro applicata a Fiume dal sindacalista Alceste de Ambris fu un’esperienza molto avanzata per l’epoca, sia per le libertà civili e sociali garantite in un contesto storico dove ancora si sparava sulle folle che scioperavano, sia per il modello di societa’ che si voleva portare avanti. Un altro spunto è il sindacalismo rivoluzionario di Sorel, che parlava dello sciopero come un mezzo e non un fine in sé  stesso, a differenza della concezione  sindacale moderna.  Accanto a Sorel aggiungerei anche la figura di Filippo Corridoni, molto vessata a causa della sua amicizia con Mussolini seppur prima della sua svolta fascista. Scrisse il testo “Sindacalismo e Repubblica”, dove sottolinea che bisognasse cambiare la società senza necessariamente scadere nell’ottica anti-patriottica, ma anzi ponendola al centro della questione politica. Tra gli illustri anche il nome, poco noto nel contesto europeo, di De Leon, che riuscì a unire la prassi leninista a quella sindacalista. Secondo De Leon, bisognava avere un partito sindacalista accanto ai sindacati, una doppia lotta: avere un partito che rappresentasse i bisogni di classe e un sindacato che rivendicasse quei bisogni con l’azione diretta. Dall’intervista al segretario Giovanni Amicarella per Adam Bark per ComeDonChisciotte

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