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Di Leonardo Bellucci

Circa tre mesi fa, lunedì 18 marzo 2024, è stata condannata una soldatessa USA per aver investito e ucciso in data 21 agosto 2022 un quindicenne con la sua auto a Porcia (Pordenone) a due anni e sei mesi di reclusione, con sospensione della pena.
La ragazza era risultata positiva all’alcol test, con un tasso alcolemico nel sangue del 2.09, ovvero quattro volte il limite consentito; questa sua positività non è stata considerata valida, dal momento in cui il test le è stato effettuato due ore dopo il tragico evento.
La soldatessa ha provato a giustificarsi dicendo che l’assenza di illuminazione le ha impedito di vedere il ragazzo che in quel momento stava tornando a casa. Dalle perizie risulta che Julia Bravo non ha rispettato le norme previste dal codice della strada, prima viaggiando a 65 km/h in una strada dove il limite era di 50, per poi perdere il controllo del veicolo, accelerando e invadendo la pista ciclabile dove il nostro concittadino Giovanni Zanier ha tragicamente perso la vita.
Si tratta di una vicenda assai tragica ma che apre lo sguardo a un tema più ampio.
Già in passato, quando la strage di Ustica tornò in auge nel panorama giornalistico italiano, scrivemmo un articolo in materia, analizzando come i nostri “alleati” facessero in Italia letteralmente qualunque cosa volessero, senza rendere conto a nessuno.
Infatti, in seguito a questo episodio di sinistro stradale non ci si può che porre la questione di come il potere americano abbia sempre una parola finale diretta anche alle vite dei cittadini.
Questo episodio non è che l’ennesima conferma. Mentre per Ustica si trattò di una strage in cui i responsabili non furono mai ufficialmente scoperti, in questo caso, dove c’è una chiara responsabile, la situazione si complica, poiché ci sono molte più sfumature giuridiche da affrontare. Bene è ricordare la Convenzione di Londra del 1951, la quale afferma che “Le autorità militari dello Stato d’origine dei militari NATO hanno il diritto di esercitare sul territorio dello Stato di soggiorno pieni poteri di giurisdizione penale”.
Si tratta di un evento, quello successo a Porcia, il quale seppur non abbia la stessa gravità, ricorda quanto successe negli anni Novanta alla funivia del Cermis, in cui due aviatori statunitensi volando a bassa quota recisero i cavi e provocarono una strage. Dopo 14 giorni di processo la giuria si ritirò per deliberare e in sette ore arrivò il verdetto: “Si tratta di un incidente che era destinato ad avvenire, senza responsabilità alcuna dell’equipaggio”. I due imputati furono quindi assolti.
Tutti questi tragici eventi fanno venire in mente una modalità di rapporto che generalmente le nazioni extraeuropee avevano con gli Europei detto “regime delle capitolazioni”, il quale prevedeva che i cittadini europei non potessero essere puniti dalle autorità giudiziarie dello Stato in cui risiedevano. Questo fu il preludio, per diverse Nazioni, di una lunga epoca coloniale.
Come dimostra il caso di Porcia e gli altri menzionati poc’anzi, è abbastanza palese che al giorno d’oggi lo stesso sta succedendo nella nostra Patria.