Come avevamo preannunciato con il comunicato (vedi Guerra alla repressione), come avevamo agito ai presidi per la scarcerazione di Khaled (vedi Resoconto presidio RAI Roma), abbiamo aderito alla protesta contro l’intromissione sionista in Rai e le conseguenti repressioni (vedi Sugli scontri RAI Napoli e Radio Televisione Israeliana), rinnovando su questo le remore legate al tentativo della sinistra borghese di portare l’antisionismo nell’alveo costituzionale, a suon di comparsate e dichiarazioni ambigue, a cui alcuni nelle formazioni socialiste regolarmente abboccano. Seguono alcuni pareri a caldo:
“Evitare passerelle alla sinistra borghese” – Giovanni Amicarella
Le manifestazioni contro il sionismo sono il segnale di un popolo che non si piega. L’unica cosa che serve evitare è che diventino passerelle per la sinistra borghese (ed il rischio viste certe presenze c’è). Oggi al presidio davanti alla Rai di Firenze eravamo parecchi, pochi di tante organizzazioni. C’era anche Socialismo Italico.
“La Palestina non si tocca” – Marco Carboni
Tramonto, lampioni che illuminano l’asfalto fiorentino, bandiere che svettano, voci dotate di megafono che nei limiti delle proprie possibilità si fanno ascoltare dalla folla lì riunita. Un’altra manifestazione politica occupa lo spazio davanti una sede precisa – la sede RAI – come una punta di freccia occuperebbe lo spazio che le spetta. Firenze è ben poco silenziosa, dice anch’essa “La Palestina non si tocca”.
“Politica e non tifo” – Jean Claude Martini, presidente KFA Italia
Una piazza riempitasi in fretta ieri sera, segno che la sensibilità verso la questione palestinese è molto sentita nella nostra città. Condivisibili gli slogan contro il sionismo, meno le passerelle elettorali e taluni interventi sconclusionati. La chiave di volta è la continuità e le piazze devono essere un mezzo per un’organizzazione superiore, non un fine. Politica e non tifo.
“Patria e socialismo contro il potere sionista” – Leonardo Bellucci
Nella giornata di ieri, 15 febbraio, la delegazione di Firenze del SOC IT ha partecipato alla manifestazione contro la censura che si è tenuta al di sotto della sede RAI di Firenze. Molti pensano che i problemi relativi alla censura del popolo Palestinese e dell’orrendo genocidio che sta subendo, risalgano al festival di Sanremo, con la censura del cantante Ghali Amdouni, e la replica dell’ambasciatore sionista.
In realtà, come è ovvio, questa fa parte di una lotta ben più ampia e profonda, che coinvolge non solo i principali mezzi di comunicazione, ma l’intera classe dirigente italiana ed ha radici molto salde nel sistema politico e non solo, si tratta del potere che Israele esercita in Italia, Nazione ormai sovrana solo sulla carta, la cosa più triste è vedere che ogni forza politica borghese italiana ne è sempre stata fautrice. Basti pensare alla primavera del 2021, dove, a seguito degli ennesimi scontri tra Palestinesi ed occupatori sionisti, dell’insurrezione di molti dei cosiddetti “arabi israeliani”, i nostri politici, tutti insieme si sono fatti fotografare tutti fianco a fianco avvolti dai vessilli sionisti (e non italiani).
Questo esempio, mostra come, in realtà alla classe borghese che ci domina non è mai importato nulla degli interessi della nostra Patria, ma solo di compiere quelli dei loro padroni americani, fedeli alleati dei sionisti.
Da non dimenticare nemmeno la fusione, avvenuta nel 2022, tra la Leonardo DRS, un braccio americano della Leonardo S.P.A. e la sua omologa israeliana RADA. Questo mostra come la complicità italiana nel genocidio dei Palestinesi non sia solo o principalmente a livello comunicativo, nel diffondere la versione sionista di quello che sta succedendo, ma sia nel fornire armi e tecnologia ai sionisti per portare a termine il genocidio dei Palestinesi, e probabilmente anche molti soldi dei contribuenti italiani, dato che Leonardo è una società pubblica. Ebbene, noi del SOC IT a quel tempo fummo pressoché l’unica realtà politica a parlarne allora. E nella giornata di ieri, eravamo presenti alla manifestazione sotto la RAI.
Chiunque sia stufo di questa situazione umiliante per la nostra Italia, non può rimanere impassibile. deve aggregarsi alla causa antisionista, di cui noi socialisti ne siamo sempre stati, anche in tempi non sospetti, irriducibili difensori.