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Di Marco Carboni

Un gruppo di Socialismo Italico ha presenziato a un convegno dal nome “Diritti dei lavoratori, interesse pubblico e libertà d’impresa”. Buone analisi legali con un occhio d’attenzione che, come da titolo, fosse puntato sulla condizione del lavoratore e la sua libertà – anche da agenti che lo possano minare. Situazione che già succede, è sempre più ovvia, e su cui tutta la classe politica odierna non ragiona.
Attenta analisi anche dell’art. 2086 del Codice Civile.

“L’imprenditore è il capo dell’impresa e da lui dipendono gerarchicamente i suoi collaboratori. L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.”

Assetto “organizzativo, amministrativo e contabile”: costituito da contratti ormai giudicabili come inefficienti per risolvere problemi. Inoltre, attivazione “dell’impresa” per “superare la crisi”; il “recupero della continuità aziendale”. Il sistema economico ad oggi attuato ci è, per non essere volgari, scomodo. Prendetevi un momento per riflettere su questo quesito: cosa dovrebbero aspettarsi i lavoratori da un sistema burocratico e sociale che impedisce questa presunta continuità? Viene preferito il singolo alla massa – ma l’ultima ha a malapena i mezzi di sussistenza.

Si parla di gerarchia, ma non di tranquillità economica anche per le classi meno abbienti. Ma speriamo che questo convegno possa essere il primo di tanti e che smuova le coscienze così come ha potuto dare all’organizzazione eventuali spunti di riflessione.

Promotori dell’incontro anche gli operai del Collettivo ex-Gkn.