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Le lavoratrici trovano nel femminismo borghese, quello che oggi guida la narrazione, il peggior nemico. Un femminismo che non ha interesse nell’uguaglianza, ma che fa di tutto per creare squilibrio.

Se infatti l’obiettivo principale di noi socialisti è una società di pari diritti e pari doveri per lavoratori e lavoratrici, per lo pseudofemminismo imperante l’obiettivo principale è la vittimizzazione, la misandria, la glorificazione del vendersi fatta passare come gesto liberatorio e rivoluzionario, quando non è altro che l’ennesimo sfruttamento.

“Le donne sorreggono l’altra metà del cielo”, perché l’altra la sorreggono gli uomini. Non da due parti di barricate opposte, come ci vorrebbero alcuni, ma alleati in una logorante battaglia per una società nuova, in cui non vi sia più la scelta fra l’essere madri o lavorare senza rischiare il licenziamento, in cui si possa aver diritto ad una paternità invece di essere sommersi di lavoro.