foto

Fra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio, una serie di eventi che ha portato a rafforzare la conoscenza dell’organizzazione della RPDC e dei paesi ASEAN, e viceversa con i rispettivi corpi diplomatici, hanno segnato l’inizio dell’anno con l’apertura di nuove e robuste prospettive. Nonostante la Corea popolare non faccia parte dell’ASEAN, l’alleanza dei paesi del sud-est asiatico, condivide una solida collaborazione diplomatica con il suo principale promotore: il Vietnam. Le relazioni diplomatiche fra i due paesi hanno raggiunto il 75esimo anniversario quest’anno.

L’evento a Bologna sulla relazione Russia – Corea

C’è sempre meno libertà di espressione. È un effetto della guerra. Tuttavia, nonostante la censura “democratica” si è svolta, a Bologna, la conferenza sui rapporti tra Russia e Corea del Nord. Promossa dall’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna, presente Luca Rossi, e originariamente prevista per il 30 novembre, ha visto la partecipazione di Jean-Claude Martini, delegato ufficiale della Korean Friendship Association.

“Le idee del Juche, oggi la dottrina dello Stato nordcoreano, nascono – ha spiegato Martini – durante la lotta contro l’occupazione giapponese. Il primo nucleo fondativo è del 1930. Segue, nei decenni, una elaborazione più organica. L’uomo, non come individuo ma come essere sociale, in una dimensione collettiva, è creatore di tutto. Indipendenza, creatività e coscienza come pilastri”. Martini ha rilevato un “percorso evolutivo autonomo”, che “gli ha permesso di superare dialetticamente il marxismo-leninismo”. Il Juche ha sempre avuto “estimatori nel mondo”, soprattutto nei paesi che combattevano “contro l’imperialismo”; il primo congresso si svolse in Madagascar, ad Antananarivo. Martini, giornalista de Il Tazebao, ha analizzato anche il rapporto con la Russia: “I rapporti esistono fin dal XIX secolo, salvo poi un’interruzione dovuta all’occupazione giapponese. Nel corso degli anni ’30 i comunisti coreani contribuirono alla vittoria dell’URSS sul Giappone. Nel 1945 il Sud fu letteralmente occupato, con l’imposizione di un governo militare statunitense, mentre i russi, come da accordi, si ritirarono”. “Negli anni ’50, la Corea ha scelto, pur non rompendo i rapporti, una linea autonoma sia con la Cina sia con l’Urss. Negli anni ’60 ci fu la firma del trattato militare, una sorta di prodromo del partenariato firmato nel giugno scorso tra Putin e Kim”. E, in merito allo sviluppo dei rapporti, Martini, fondatore del portale “La Corea parla italiano”, ha rilevato che si tratta “a tutti gli effetti” di “un’alleanza militare”. “Ci sono esercitazioni degli Stati Uniti, che vanno avanti dal 1958, e vi hanno stoccato armi nucleari”. “Nel centro dell’imperialismo – ha aggiunto Luca Rossi, presidente dell’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna – siamo abituati a vedere la Corea del Nord come il male assoluto; in Africa, i popoli che combattono contro il ritorno del colonialismo guardano alla Corea del Nord”. Lato economico, la Corea “ha sempre fatto affidamento sulle sue risorse”, come “applicazione concreta delle idee del Juche”. “L’unità tra leader, partito e masse ha permesso di superare la crisi tra il 1995 e il ’99, con una coda fino al 2009 con la lotta al mercato nero. Sono state create anche delle zone economiche speciali”. “Il tentativo di golpe di Yoon Suk-yeol in Corea del Sud”, secondo Martini, era volto “a scatenare una guerra contro il “pericolo comunista” della Corea del Nord”. “Questi pensava di tirarsi dietro tutti, ma la popolazione ha dimostrato di non volere la guerra”. Una lettura profonda, perché basata storicamente e sulla conoscenza diretta, che avrebbe meritato più attenzione e meno censura.

Con un una nota più rivolta ai militanti dell’organizzazione, presenti nel pubblico della giornata e non, Martini in qualità di referente esteri, ha aggiunto:

“Nel contesto dell’offensiva ideologica che SOCIT e Tazebao stanno lanciando contro la formazione del nuovo mainstream trumpiano (vecchi liberali e falsi “antisistema”), la nostra prima iniziativa pubblica dell’era Trump ha avuto luogo poco fuori Bologna il 25 gennaio, come “partita di recupero” dopo l’annullamento imposto dal Comune felsineo il 30 novembre. Si è parlato della storica amicizia tra Corea socialista e Federazione Russa, ma da italiani non potevano sfuggire, tanto a chi scrive come al Presidente di RER Luca Rossi e al pubblico intervenuto, le dinamiche europee e italiane. Questo dettaglio, apparentemente di poco conto, è tuttavia fondamentale se vogliamo mantenere la barra dritta sull’evitamento a qualsiasi costo del tifo da stadio e dell’esterofilia volta a mascherare fallimenti e irrilevanza in patria. Ci siamo soffermati in particolar modo sul ruolo che l’Italia era riuscita a ritagliarsi nel contesto della prima Guerra Fredda e della Prima Repubblica, che la poneva come mediatrice e risolutrice di conflitti e controversie internazionali (sottolineati in particolar modo i floridi rapporti plurisecolari con la Russia, come anche il fatto che Roma sia stata la prima nel G7 a instaurare rapporti diplomatici con la RPDC, nel 2000), ripromettendoci di operare per la restaurazione di quella virtuosa dinamica. Questa, riteniamo, sia la giusta dialettica da instaurare nel lavoro esteri: l’esperienza insegna che rapportarsi ai diplomatici dei Paesi socialisti e antimperialisti da posizioni servili e acritiche non ne ispira né il rispetto né la considerazione. La fase attuale impone a tutti i socialisti e gli antimperialisti del nostro Paese un internazionalismo fermamente imperniato sulla promozione degli interessi nazionali”

Il 95esimo anniversario del PCV

Come ricostruito dalla Vietnam News Agency a Roma, alla celebrazione hanno partecipato circa 40 persone, tra cui amici italiani, ambasciatori, rappresentanti dei paesi membri dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) e di Cuba in Italia, insieme a rappresentanti e membri italiani dello stesso partito.

Intervenendo alla cerimonia, l’ambasciatore vietnamita in Italia Duong Hai Hung ha sottolineato che negli ultimi 95 anni, il Partito Comunista del Vietnam ha svolto “una missione, un ruolo, una posizione storica estremamente importanti”, “tenendo la barra dritta”. Il Vietnam ha superato “molte tempeste”, ma ha anche raggiunto “innumerevoli progressi”.

Da nazione oppressa e colonizzata, “senza nome sulla mappa del mondo”, da paese povero e arretrato, pesantemente devastato dalla guerra, isolato, assediato e sottoposto a embargo, il Vietnam ha portato avanti con successo l’innovazione, l’integrazione internazionale e lo sviluppo economico e sociale.

Il Partito Comunista del Vietnam ha continuato a svolgere un ruolo di leadership nella causa della costruzione e dello sviluppo del Vietnam.

Secondo l’ambasciatore Duong Hai Hung, il Partito Comunista del Vietnam, grazie alla leadership del Segretario Generale Tô Lâm, è determinato a implementare importanti politiche su “innovazione, sviluppo scientifico e tecnologico e trasformazione”.

Con la trasformazione digitale e la semplificazione dell’apparato, il Vietnam ha “solide basi” per entrare in una nuova era, l’era dello sviluppo nazionale, “rendendo il Vietnam un paese sviluppato con un reddito elevato”, entro il 2045, in occasione del 100° anniversario della fondazione del paese.

Tra gli ospiti italiani erano presenti la dott.ssa Cristina Cirillo, Presidente del Comitato Esecutivo Centrale del Partito Comunista Italiano; la Dott.ssa Sandra Scagliotti, studiosa esperta del Vietnam e Console Onorario del Vietnam a Torino e il Dott. Stefano Bonilauri, Direttore della casa editrice Anteo Edizioni.

Tutti loro hanno affermato che “la nascita del Partito Comunista del Vietnam nel 1930” è stata “un evento storico”, un “punto di svolta” che ha segnato la storia del Paese, ovvero l’inizio di una “nuova era di lotta per l’indipendenza, per la libertà e la prosperità del popolo vietnamita”.

Nel corso della sua storia, il Partito Comunista del Vietnam, modello di unità e visione di vasta portata, ha dimostrato una straordinaria capacità di leadership, si è adattato ai contesti mutevoli e ha guidato il Paese attraverso periodi difficili.

I nostri amici italiani concordano tutti nel dire che il Vietnam è davvero “sulla soglia di una nuova era di progresso”, caratterizzata da una “visione chiara e ambiziosa”. Il Partito ha dimostrato in passato la sua capacità di affrontare grandi difficoltà e, con determinazione e visione strategica, il Vietnam può realizzare pienamente i suoi obiettivi nel prossimo periodo, costruendo un futuro prospero, di civiltà e di orgoglio nazionale.

Parlando ai giornalisti della VNA, il direttore Stefano Bonilauri ha detto: “L’evento odierno è davvero commovente, perché partiamo dal ricordo del grande processo storico degli ultimi 95 anni del Partito Comunista del Vietnam, il partito che ha guidato il popolo a realizzare grandi traguardi. Il popolo vietnamita intraprese guerre di resistenza contro il colonialismo francese e l’imperialismo americano per liberare la nazione e unificare il Paese. Il Partito Comunista del Vietnam ha dimostrato di essere una forza centrale nei sentimenti del popolo vietnamita, una forza che ha costantemente guidato l’intero popolo a combattere, costruire e sviluppare, sviluppando il paese fino alla sua posizione di vera preminenza odierna, anche a livello internazionale”. 

Bonilauri, profondo conoscitore del paese asiatico, era stato intervistato di recente sempre dall’agenzia stampa vietnamita.

Damian Delgado Vázquez, rappresentante dell’Ambasciata cubana in Italia, ha dichiarato: “Sono molto lieto di rappresentare il governo e il popolo cubano per partecipare alla celebrazione del 95° anniversario della fondazione del Partito Comunista del Vietnam presso l’Ambasciata. Ci congratuliamo con il Vietnam per i suoi successi e per il suo brillante futuro sotto la guida del Partito Comunista del Vietnam. Inviamo i nostri migliori auguri al Partito, al Governo e al popolo del Vietnam”.

Il segretario Giovanni Amicarella ha dichiarato: “Nella giornata di ieri, in occasione del novantacinquesimo anniversario del Partito Comunista del Vietnam (quando si parla di comunismo fuori dall’Occidente la definizione sfuma terribilmente, e per fortuna visto come stanno ridotti i puristi nostrani) ha visto ospiti in ambasciata i rappresentanti di diversi, se non tutti, paesi dell’ASEAN e il dott. Damian Delgado Vázquez, segretario politico dell’ambasciata cubana e ottimo conoscente. L’intervento di Stefano Bonilauri, direttore di Anteo Edizioni, ha avuto per perno l’importanza dell’esperienza socialista per il Vietnam stesso, che ha reso un feudo coloniale un paese libero e moderno. Dalla lotta alla corruzione, alle politiche sociali, la classe dirigente del Vietnam ha optato per un approccio organicistico e non burocratico per rendere partito e popolo un compatto tutt’uno.

Ho avuto modo di farmi ancora di più un’idea un merito a diverse questioni parlando con i vari corpi diplomatici, con cui mi sono posto con il dovuto rispetto ma sottolineando sempre che l’esigenza per l’Italia oggi è smettere di avere socialisti esterofili che guardano all’estero, non per avere amici ma per emulare. Il collante che lega i paesi socialisti è una causa che ha per perno le nazioni e i popoli che abbracciano la lotta per una giustizia sociale, con le loro strutture e sovrastrutture, con le loro peculiarità. Se un giorno un’Italia socialista sarà, sicuramente troverà anche ad Oriente amici con cui scambiare merci e idee. Cosa che ho rimarcato, con estremo piacere, presso l’emittente vietnamita che era a riprendere la giornata”.

La celebrazione si è svolta in un’atmosfera solenne, onorevole e orgogliosa, durante la quale i partecipanti hanno ripercorso insieme la storia eroica e gloriosa del popolo vietnamita in questi 95 anni.

L’83esimo anniversario della nascita di Kim Jong Il

Anche l’ambasciata della Repubblica Popolare Democratica di Corea ha organizzato un ricevimento per una festività nazionale: il 16 febbraio ricorrerà infatti l’83° anniversario della nascita di Kim Jong Il (1942-2011), che ha governato il Paese dal 1994 alla propria improvvisa scomparsa a fine 2011, nel suo periodo più difficile, contrassegnato dalla scomparsa del blocco sovietico, da calamità naturali, difficoltà economiche e dalle rinnovate pressioni e provocazioni militari di Stati Uniti e Repubblica di Corea per isolare e soffocare la RPDC.

Ai pochi invitati, tra cui spiccavano il senatore Antonio Razzi e l’ex Presidente del Consiglio Lamberto Dini, l’ambasciatore ad interim Ri Kwang Hyok ha pronunciato una breve allocuzione tratteggiando in sintesi gli ultimi sviluppi interni in Corea del Nord. Grosso peso ha avuto la Politica di Sviluppo Regionale 20×10, consistente nell’inaugurare fabbriche dell’industria locale, complessi ricreativi e stazioni di gestione del grano in 20 città e prefetture ogni anno per i prossimi 10 anni, inaugurata nel gennaio dell’anno scorso alla XIX sessione plenaria dell’VIII Comitato Centrale del Partito. Ancora una volta Ri ha ricordato l’importanza dello sviluppo della scienza e della tecnica e soprattutto dell’intelligenza artificiale, dell’informatica e della robotica, ambiti in cui infatti lo Stato ha stanziato ulteriori fondi. Sulla politica estera, l’ambasciatore ad interim si è limitato a rimarcare che Pyongyang opererà per il mantenimento della pace e della sicurezza nella penisola coreana e resterà aperto a stabilire rapporti con chiunque tratti con amicizia e rispetto il Paese. Con una nota finale sulla preparazione del kimchi (piatto di verdure fermentate e speziate, consumato anche al di fuori della Corea e registrato come uno dei cinque alimenti di longevità a livello mondiale e il cui metodo di preparazione è registrato come patrimonio intangibile dell’UNESCO) per il buffet, la serata si è conclusa in un’atmosfera conviviale.

Da note stampa di VietnamPlus e di Jean-Claude Martini e Giovanni Amicarella per Il Tazebao

Il modello nordcoreano spiegato bene, oltre la narrazione e i tentativi di censura

Hanoi 2045: verso un paese sviluppato a reddito alto. Da Vietnam Plus

“Partito e popolo una cosa sola”. Amicarella (Socit) sull’esempio vietnamita

Kim Jong Il: leader nel momento più difficile. Dal ricevimento dell’Ambasciata nordcoreana