Di Lorenzo Maffetti
Nella canzone “In Italia 2024” di Fabri Fibra, featuring Emma e Baby Gang, il rapper magrebino, negli ultimi quattro versi della sua strofa, scrive: “Non è Renato Vallanzasca che intasca/Ma qua chi ci rapina sta in giacca e cravatta/Lo Stato ci discrimina soltanto per la faccia/Lo sanno che una penna può far più male di un’arma”, ma talvolta, oltre ad una metaforica penna, anche un pennello e un tatto umanitario non indifferente possono far più ma le di un’arma, e questo lo sanno bene i tifosi del Paris Saint Germain – squadra francese che domina il calcio gallico da molti anni – che , in occasione della partita contro l’Atletico Madrid, giocata al Parco dei Principi e valida per il girone di Champions League, hanno esposto una imponente coreografia con scritto “Free Palestine” e “La guerre sur le terrain mais la pax dans le monde” (guerra sul campo ma pace nel mondo) con il chiaro intento di schierarsi a fianco del popolo palestinese.
E subito è “caso politico”. Questo perché, oltre al fatto che la dirigenza araba del PSG ha redarguito i propri tifosi vietando l’accesso nei giorni non di partita al gruppo ultras “Collectif Ultras Paris”, per evitare altre coreografie compromettenti per la politica della Francia, alcune personalità di rilievo del mondo politico francese hanno detto la loro. Ad esempio, il presidente della comunità ebraica francese Yonathan Arfi ha detto: “Scandalo striscione stasera al Parco dei Principi! Una cartina in cui lo stato di Israele non esiste più. Un combattente palestinese col volto coperto. Non è un messaggio di pace, ma un’esortazione all’odio”, mentre il ministro dell’interno Bruno Retailleau ha attaccato il club del Paris Saint Germain per non aver impedito la coreografia, dicendo che “O sono in grado di vietare questo genere di cose o ci sarà un divieto di esporre striscioni, chiaramente ci saranno delle sanzioni” – ma la UEFA si è rifiutata di aprire un provvedimento disciplinare.
Inoltre, allo Stade de France si è giocata anche Francia vs Israele e il capo della polizia di Parigi, Laurent Nuñez, prima aveva annunciato il divieto di esporre bandiere della Palestina e che avrebbe disposto una ingente quantità di poliziotti intorno allo stadio, per evitare disordini come accaduto ad Amsterdam. Prima di approfondire il capitolo sui fatti di Amsterdam, ci sono state altre tifoserie europee che si sono schierate a fianco della Palestina, come la Green Brigade del Celtic, rinomata per essere una tifoseria di estrema sinistra, e la tifoseria del Derry City:
Inoltre, anche la Curva Nord del Cosenza ha deciso di prendere posizione, esponendo uno striscione in occasione della quattordicesima giornata di campionato contro il Modena:
Il giorno successivo al chaos mediatico generato dallo striscione degli ultra’ parigini, si è infiammata anche la piazza olandese di Amsterdam: giovedì, infatti, si è tenuta la sfida di Europa League fra Ajax e Maccabi Tel Aviv, dopo la quale si sono verificate azioni vendicative contro i tifosi israeliani del Maccabi. Huffpost Italia ha fatto subito notare la sua indole filo-israeliana intitolando un articolo in maniera piuttosto perentoria: “Caccia all’ebreo. Sì, è stata un’altra notte dei cristalli. Ecco perché”. Da far notare, a mio avviso, la ridicolosità del titolo, che richiama agli anni del nazismo, quando le vittime erano gli ebrei e i carnefici i tedeschi, diversamente da oggi, dove le vittime sono i palestinesi e i carnefici gli israeliani, non solo soldati, ma anche civili, che non mancano mai l’occasione per rimarcare la loro solidarietà al genocidio. Solidarietà che hanno voluto ribadire anche gli ultra’ – dichiaratamente di estrema destra – del Maccabi Tel Aviv, i quali hanno agito a danno dei sostenitori della palestina già nel pre-partita. Gli ultra’ hanno strappato bandiere palestinesi affisse fuori dalle abitazioni degli olandesi, hanno intonato cori razzisti inneggianti al genocidio (“lascia che l’IDF vinca per fottere gli arabi” o “non ci sono scuole a Gaza perché non ci sono più bambini”) e hanno fischiato durante il minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Valencia dopo l’alluvione, perché la Spagna ha riconosciuto la palestina e sono gli stessi che lo scorso marzo, ad Atene, in occasione della partita fra Olympiacos e Maccabi Tel Aviv hanno aggredito un uomo la cui colpa era di avere con sè la bandiera palestinese. Ma secondo Naftali Bennet – ex premier israeliano – si tratta di un “pogrom organizzato”, o un’altra “notte dei cristalli”. Forse, però, si dovrebbe dire meglio come stanno le cose: lo spettro dell’antisemitismo – con cui mascherare il sentimento antisionista prevalente nei giovani europei – fa comodo per pararsi il sedere in caso siano gli stessi israeliani a lanciare il sasso, nascondendo poi la mano, con l’aiuto delle istituzioni.