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Le dichiarazioni rilasciate dal nostro segretario nazionale Giovanni Amicarella in merito alla situazione del fronte socialista fra scissioni e fregature al ballottaggio, ed in merito all’inchiesta “Gioventù meloniana” e simili tentativi dei partiti borghesi, dai richiami mussoliniani fino a Berlinguer sulla tessera, di giocarsi la carta nostalgia.

Da Il Tazebao 22/06 – Dalla scissione dell’atomo a quello che si crede Napoleone. Amicarella ne ha per tutti (e ha ragione)

Con buona pace dell’«Ei fu» silenzio elettorale, Il Tazebao riporta una riflessione del segretario SOCIT Giovanni Amicarella sui travagli – e le Trafalgar – delle liste “di sinistra”.

«La rivoluzione è un’idea che ha trovato delle baionette», affermava laconico Napoleone. Può suscitare una certa ironia aprire una disamina generale, o in questo caso un’anamnesi medica, della sinistra alle comunali con una frase dai fasti imperiali. Invece di guardare al Napoleone storico, guardiamo all’intermezzo comico del folle che si crede Napoleone.

La grandeur di sinistra, il “sono più rosso e più meglio di te” (errata corrige necessaria), anche quest’anno ha fatto strage un po’ ovunque. Da scissioni extraparlamentari di risibile entità magnificate, passando per la stagnazione dei movimenti più attempati, arrivando alle listine e listone comunali, dove la marcia a passo sicuro dell’idea con le baionette è diventata un ballottaggio permanente.

Al ballottaggio, a cui si arriva belli tronfi di essersi accaparrati il piatto di lenticchie anche stavolta, si viene però immancabilmente fregati: si rompono i ranghi, si va dietro al PD per “arginare la destra”, ed ai rimasti sedotti e abbandonati non resta ritrovare la lucidità nell’astensione accorata.

Essa però cresce comunque, e non certo grazie al movimento socialista. Non vi è alcuna egemonia, nuova o vecchia che sia, è pilotata solamente dallo sconforto, della mancanza di idee. Dal voler infilare tesi nazionali e internazionali, dalla sanità fino alla Palestina, in circoscrizioni comunali da cinquemila abitanti.

La rivoluzione, che chi da dodici, chi da trenta e chi da quaranta anni viene tanto declamata è inconcepibile non tanto per la mancanza di baionette, quanto per l’assenza dell’idea che dovrebbe raggrupparle. Più si ricerca questa fantomatica purezza, tanto più si è destinati a spaccare il capello in quattro e finire per disperazione nel listone sbagliato.

Da Il Tazebao 1/07 – Non sanno più cosa inventarsi per non far disertare le urne (che vanno deserte). La stoccata di Amicarella

L’inchiesta “Gioventù meloniana” di Fanpage, praticamente il Watergate del XXI secolo, non smette di far discutere. Il nostro Willi del Twitter la liquiderebbe come “giornalismo trozkista”. Tuttavia, riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione del segretario del SOCIT – Socialismo Italico, Giovanni Amicarella.

Andando oltre al contenuto dell’inchiesta che potete tranquillamente visionare, mi volevo soffermare sulla parte che ho trovato peculiare: l’ossessione di tornare al bipolarismo. Sia a destra che a sinistra dell’arco costituzionale, a cadenza regolare con più o meno forte intensità, escono elogi al fascismo da una parte e al comunismo storico dall’altra, cercando di strizzare l’occhio a nostalgismi vari, prontamente rimangiati dalle dirigenze ed espulsioni tattiche di chi li ha professati.

Vedendo i video posteriori usciti in rete e da diverse angolazioni, si vede chiaramente la giornalista che muove il marsupio in cui tiene quello con cui sta registrando sul tavolo, in modo abbastanza strano. Che nessuno se ne sia accorto? O forse quello che è emerso dall’inchiesta era proprio ciò che chi era ripreso voleva fare vedere? Nessuno insospettito dal fatto che lei si presentasse con un nome ma sul documento per l’iscrizione ne avesse un altro? Potrei continuare.

La destra e la sinistra borghese smaniano di tornare ad un bipolarismo elettorale in tutta Europa, lo dimostrano le sempre maggiori spinte al contrapporsi su tutto tranne che sulle questioni effettivamente di classe. Che strano caso che Berlinguer sulla tessera e una video inchiesta del genere vengano cacciati fuori proprio quando il proletariato si butta sull’astensionismo spinto.

Il destino che accomuna tutti i nostalgici è finire nelle grinfie della democrazia borghese, non vi illudete. Lo dimostrano anche le ultime elezioni comunali, dove sedicenti rivoluzionari o reazionari hanno dato una bella mano al candidato “centrista” di turno.