Ci uniamo al comunicato lanciato contro la sottomissione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro alle direttive di imperialisti e sionisti rivolte contro la Federazione sindacale bielorussa. I tentativi di costruire opposizioni strumentali ai loro interessi, appoggiati dalle istituzioni internazionali (a parole neutrali ma non nei fatti), sono la prima avvisaglia di un allargamento del conflitto in corso portato avanti dagli Stati Uniti per mantenere egemonia sui suoi vassalli europei. Italia, ed Europa intera, devono reagire alla speculazione internazionale, pena il trasformare il vassallaggio che stiamo subendo in un impegno attivo nelle loro campagne militari verso Est, sia nel continente europeo che in Medio-Oriente. Il comunicato è il seguente:
I gruppi imperialisti degli Stati Uniti e i loro vassalli europei e sionisti stanno cercando di far fronte alla crisi generale del loro sistema inasprendo l’oppressione su tutti i popoli e aggredendo tutti i Paesi che non si sottomettono alle loro politiche predatorie e speculative. Per perseguire questi obiettivi, impongono dure sanzioni economiche al fine di indebolire le economie di Paesi sovrani, sanzioni che peggiorano la situazione dei lavoratori e portano povertà e instabilità sia nei Paesi che ne sono oggetto sia nei Paesi che, nell’interesse dei suddetti gruppi imperialisti e non dei popoli, le promuovono.
In questo contesto anche l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) è utilizzata come strumento per perseguire fini politici a essa estranei e contrapposti. Oggi l’OIL, che riunisce federazioni sindacali da tutto il mondo, dovrebbe, in difesa degli interessi dei lavoratori, mobilitarsi e mobilitare contro la politica illegale delle sanzioni. In realtà è, all’opposto, svilita e utilizzata come un’arena per promuovere gli interessi dei gruppi imperialisti. Di conseguenza, l’OIL prende deliberatamente decisioni che violano i diritti del lavoro e gli interessi legittimi dei lavoratori di tutti i Paesi, mettendo a rischio i loro redditi e la loro occupazione e causando sofferenza alla gente comune.
Rientra in questo quadro l’attività che i vertici dell’OIL fanno contro la Bielorussia e la sua Federazione sindacale, in special modo da quando, nel 2020, l’intervento del governo e la mobilitazione popolare hanno impedito che nel Paese avvenisse un golpe simile a quello avvenuto in diversi altri Paesi come la vicina Ucraina, dove i risultati sono stati la guerra civile e la persecuzione sistematica di lavoratori, intellettuali e di tutte le organizzazioni socialiste.
Sta ai lavoratori di ogni paese far valere il proprio ruolo e i propri diritti e le organizzazioni che dicono di volerne rappresentare gli interessi devono agire su mandato di essi, non dell’oligarchia finanziaria occidentale. Il protagonismo operaio oggi vive nella mobilitazione contro le politiche di guerra nei porti italiani, dove i portuali bloccano il traffico di armi destinate a Israele, così come nella resistenza dei minatori e dei metalmeccanici del Donbass. Sono loro i pilastri di un ampio fronte antimperialista, la base su cui deve estendersi ed essere promossa la solidarietà internazionalista e la sovranità popolare di tutti i Paesi.
SOLO UNITI IN UN AMPIO FRONTE ANTIMPERIALISTA, DANDO PROVA DI DETERMINAZIONE, RESISTENZA E SOLIDARIETÀ, POSSIAMO PORRE FINE AL CORSO CATASTROFICO DELLE COSE IMPOSTO DAI GRUPPI IMPERIALISTI E COSTRUIRE LA RISCOSSA DEI LAVORATORI DI TUTTI I PAESI.