Di Niccolò Alfieri
Or distruggiam. De i secoli
Lo strato è su’l pensiero:
O pochi e forti, a l’opera,
Ché ne’ profondi è il vero.
Odio di dei Prometeo,
Arridi a’ figli tuoi.
Solcati ancor dal fulmine
Pur l’avvenir siam noi.
G. CARDUCCI (Dopo Aspromonte).
Sempre, in un tempo in cui la schiavitù dell’anima regnava sovrana, gli spiriti liberi hanno osato volere, prima ancora che sognare, un mondo diverso.
Dove v’era una vena arida, essi hanno pompato sangue. Dove il ghiaccio aveva ricoperto ogni cosa, hanno accesso fiamme voraci. La loro forza fu la fede, la fede infuocata che smuove le montagne e rompe i confini. La fede cosciente, ragionata quanto istintiva, e non il dogma separato dalla vita.
Tutti i grandi combattenti sono sorti in seno alla Storia. E, come loro, tutte le forze rinnovatrici, tutte le energie vitali destinate a muoversi verso l’alto. Il grande movimento rinnovatore della nostra epoca è il socialismo. Il socialismo si è diffuso in tutti i paesi del mondo, ha liberato gli uomini dalla morale cristiana della rinuncia, destando lo spirito rivoluzionario della conquista, ha combattuto contro la mentalità
borghese, contrapponendo la grandezza delle volontà umane, si è opposto all’imperialismo, lottando per la libertà e l’autodeterminazione dei popoli.
Il socialismo si è posto come strenuo avversario della “pace terrena”, di questo vincolo che limita la ruota dei secoli, atto a soffocare le energie rivoluzionarie volte al superamento, al divenire. Si è fatto antagonista, come diceva Nietzsche, “di tutta la dabbenaggine dei democratici animali da gregge”, ha obbligato “gli Europei a serbare un po’ di spirito, cioè d’astuzia e di prudenza, a non rinnegare completamente le virtù virili e guerriere, a conservare un resto di spirito, di chiarezza, di rudezza, di freddezza d’animo”, e intanto ha protetto “l’Europa dal marasmus femininus che la minaccia”
(La volontà di potenza)
È stata la linfa vitale, la forza volitiva, contro l’abulia e la passività. L’avanzare, e non
il marcire.
È stato, insieme, un accumulazione di forze, di energie in seno alla classe proletaria, e poi una gigantesca manifestazione creatrice. La fine di ogni oppressione economica e spirituale. Il crepuscolo di una nuova era. Il tramonto ma anche l’alba. È emerso dalla Storia e si è mosso verso la Storia.
È l’unica cosa che possa rianimare questo mondo, che possa trasformarlo, superarlo, rivoluzionarlo.
Detto questo: perché, un qualcosa di così propulsivo, vitale, attivo, come il socialismo, viene oggi considerato morto, sepolto nei meandri del Passato?
Perché il suo corso è stato arrestato, frenato, ostruito come viene ostruito il corso di una fiumana. Ma sappiamo tutti benissimo che conseguenze comporta ostruire un fiume. Questo si gonfierà, e prima e poi la sua potenza esploderà più forte, più spietata.
La classe dominante, nel tentativo di conservarsi, ha messo freno alla Storia, ha ostacolato il suo sviluppo.
La rapida del Socialismo, rimasta impaludata in acque stagnanti, non riesce a smuovere quella massa atroce di fango che la impedisce. Ma prima delle indomabili onde del mare, c’è sempre un Delta paludoso.
E il socialismo sarà la bonifica di questa palude. Le fiumane torneranno a scorrere, libere, travolgenti. Il proletariato butterà giù questo muro decrepito, che oggi tenta di schiacciarci, di reprimerci fino all’azzeramento.
La potenza del socialismo è stata espropriata dal “sinistrismo”, dai “democratici”: e il risultato è questa sinistra fucsia, debole, impotente. Ma noi dobbiamo restituire la Potenza al socialismo, ritornare ad essere leoni, combattenti: dobbiamo elevare il socialismo dall’abbrutimento che oggi patisce.
Noi siamo l’Avvenire, e l’Avvenire è nostro.
Il socialismo non è un gingillo per politicanti, un sogno per utopisti, tantomeno un qualcosa di passato, retrogrado. È un’opera grave, tragica, sublime. È forse il più grande dramma che abbia afflitto le comunità umane e la più preziosa speranza per milioni di persone che soffrono e desiderano non solo sopravvivere, ma vivere appieno.
Per tornare a sconvolgere gli animi, dev’essere strappato dalle mani dei deboli, dei dogmatici, dei settari e dei disonesti.
Noi dimostreremo con l’audacia che la terra non è ancora riarsa. La scintilla ardente della fede, della lotta, tornerà a sprizzare: un fuoco grande e maestoso inghiottirà il mondo intero. E lì sorgerà, un ordine nuovo.