Di Leonardo Bellucci
Qualche giorno fa, era il 15 novembre, data della proclamazione unilaterale dell’indipendenza della Repubblica Turca di Cipro Nord. Paese de facto non riconosciuto dalla comunità internazionale, con la sola eccezione della Turchia (per ora) di cui ne è uno uno “Stato Fantoccio”.
Si tratta di uno stato che noi Italiani, abbiamo messo nel “dimenticatoio”.
Ma Cipro com’è arrivata alla situazione attuale? Ed è destinata a mantenere lo status Quo sine die oppure la situazione è destinata ad evolversi?
Le origini della crisi che hanno portato Cipro alle condizioni attuali, risalgono potremmo dire esagerando, già dal 1570-71, quando gli ottomani, strapparono il dominio dell’isola agli italiani (Repubblica di Venezia), facendovi insediare nobili e benestanti ottomani. Nel 1870 la Gran Bretagna occupò Cipro, negli anni ’50, la maggioranza di etnia greca, organizzò un movimento per l’indipendenza dell’isola ed unirla alla loro Madrepatria, la Grecia, questo però non piacque alla Turchia, che si sentì accerchiata dalla Grecia. Quindi venne stipulato tra Grecia, Gran Bretagna e Turchia, il cosiddetto “trattato di garanzia” (1960). Che riconobbe l’indipendenza dell’Isola, e così tante garanzie per le differenti comunità etniche da sembrare più che uno stato unitario, un sistema simile al “Millet” ottomano, e prevedeva inoltre che i 3 Stati firmatari, potessero stanziare sull’isola le proprie truppe in caso di violazione. Ma questo ad Ankara non bastava. Così, 14 anni dopo, nel 1974 ad una settimana dopo il colpo di Stato che rovesciò il presidente Macario, avvene l’invasione turca dell’isola, che in poco tempo occupò il 37% dell’isola, ben più delle zone dove era concentrata la minoranza turca (18% popolazione). Ed in quelle zone si sarebbero inoltre verificate a detta di molti diverse violazioni dei diritti umani ed atti di pulizia etnica contro i greci ciprioti.
Ma come si sta evolvendo la situazione a Cipro? È senza dubbio presto per dirlo, tuttavia, la guerra in Ucraina e la scoperta da parte dell’Eni di enormi giacimenti di materie prime nel mare dell’isola sta facendo diventare il mare nostrum davvero incandescente
Viste le ultime azioni di ENI e la risposta di Ankara, possiamo sostenere sarcasticamente di essere vicini ad una “Lepanto” sulle materie prime?