Scritto da Kim Il Sung in occasione del primo anniversario della morte, comparso sul numero ottavo di “Tricontinental”
È trascorso un anno dalla morte gloriosa sul campo di battaglia della Bolivia del compagno Ernesto Che Guevara, impareggiabile militante rivoluzionario e autentico combattente internazionalista, nato dal seno dei popoli latino·americani. Il popolo coreano, unito ai popoli rivoluzionari di tutto il mondo, commemora con un profondo odio verso il nemico e con un sentimento di vero dolore, il 1 anniversario della morte del compagno Che Guevara.
Fin dalla sua gioventù, Che Guevara prese la strada della lotta consacrata alla libertà e alla liberazione del popolo, inalberando la bandiera della lotta antimperialista e anti-Usa. Dedicò tutta la sua vita alla causa rivoluzionaria dei popoli oppressi.
Durante il lungo periodo trascorso dal momento in cui il sipario si è alzato sulla scena della sanguinosa storia della borghesia moderna, che sostituì al velato sfruttamento delle illusioni religiose e politiche del medioevo, lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e crudele, e ridusse la dignità personale a valore di scambio, fino ad oggi, numerosi comunisti e combattenti rivoluzionari del mondo hanno versato il loro sangue e consacrato la loro vita nella tempesta rivoluzionaria, per abbattere tutto il vecchio e il corrotto e trasformare in modo rivoluzionario tutta la struttura sociale, per far saltare, sin da oggi, pezzo per pezzo, la sovrastruttura dell’odiosa e vecchia società e per preparare la culla di una nuova società libera e felice. Dedicando la sua nobile vita a questa sacra lotta, Che Guevara entrò gloriosamente nelle file dei martiri rivoluzionari del mondo.
Che Guevara fu un rivoluzionario instancabile ed impareggiabile nella lotta e un autentico combattente internazionalista, completamente alieno da un meschino sentimento nazionalista. Attraverso tutta la sua vita, diede un eccellente esempio come deciso combattente rivoluzionario e autentico internazionalista.
Che Guevara, accanto ai rivoluzionari cubani capeggiati dal compagno Fidel Castro, condusse un’eroica lotta armata, contribuendo grandemente, in questo modo, alla sconfitta dell’imperialismo Usa e del regime dittatoriale di Batista, suo servitore, e al trionfo della rivoluzione cubana. Nel 1965, Che Guevara, con ardente fervore rivoluzionario, ha lasciato la gloriosa terra di Cuba e ha trasferito il proprio terreno di lotta in un altro luogo, dove lo aspettavano molte difficoltà e severe prove. Ovunque si sia trovato in America latina, egli ha organizzato e mobilitato le masse popolari per la lotta armata contro l’imperialismo nord americano e i suoi lacchè e sul loro fronte lottò validamente fino all’ultimo istante della sua vita.
Questa attività rivoluzionaria di Che Guevara, contribuì in grande misura a consolidare ancor più il trionfo della rivoluzione cubana e ad accelerare lo sviluppo della rivoluzione in tutta l’America latina.
Il trionfo della rivoluzione cubana costituisce la prima vittoria della rivoluzione socialista compiuta in America latina ed è la continuazione della grande rivoluzione di Ottobre in questo continente. Grazie al trionfo della rivoluzione cubana, oggi può sventolare alta la bandiera rossa del socialismo in America latina, fino a poco tempo fa considerata terra di esclusivo patrimonio dell’imperialismo nordamericano, e il campo socialista si è esteso anche all’emisfero occidentale, rafforzando straordinariamente il suo potere. Oggigiorno, la repubblica cubana, che marcia decisamente in testa alla rivoluzione dell’America latina, costituisce il faro di speranza dei popoli latino-americani in lotta e illumina l’aurora della vittoria sulla strada della loro lotta. La vittoria della rivoluzione cubana ha scosso alla radice il sistema coloniale degli imperialisti nord americani nell’emisfero occidentale, ha coinvolto tutta l’America latina nella tempesta rivoluzionaria e ha spinto decisamente i popoli di questa regione alla sacra lotta per l’indipendenza e la libertà. Infatti, il trionfo della rivoluzione cubana fu l’inizio dello sgretolamento del sistema di dominio coloniale dell’imperialismo Usa in America latina. Fu una sentenza severa, una condanna a morte per l’imperialismo yankee, che ha oppresso e sfruttato i popoli di questa regione per lungo tempo.
Consolidare il trionfo della rivoluzione cubana costituisce non solo un problema importante che decide della vita o della morte, della prosperità o della rovina del popolo cubano; è anche un problema decisivo per il destino dello sviluppo della rivoluzione latinoamericana e mondiale.
Sebbene la rivoluzione inizi in un paese, riportando brillanti successi, si vede poi obbligata a passare attraverso un periodo abbastanza lungo di profondo dolore. I paesi in cui il proletariato ha preso il potere, in mezzo al cerchio del capitalismo internazionale, non possono evitare, durante tutto il periodo storico di transizione rivoluzionaria dal capitalismo al socialismo, i pericoli dell’aggressione imperialista e della restaurazione del capitalismo. Le classi sfruttatrici spodestate cercano sempre di recuperare la loro antica posizione perduta e gli imperialisti stranieri continuano incessantemente l’attacco armato, gli intrighi e le macchinazioni rivolti alla sovversione politica e ideologica. Gli imperialisti Usa e i reazionari latinoamericani odiano e temono molto l’esistenza stessa della Repubblica di Cuba e manovrano perfidamente per soffocarla. Schiacciando la rivoluzione cubana, essi contano di allontanare il fantasma del comunismo che percorre l’emisfero occidentale e di impedire la lotta di liberazione dei popoli, che arde come una fiamma che divora la prateria dell’America latina. Gli imperialisti yankee progettano, da una parte, di soffocare Cuba, mobilitando direttamente le sue forze armate e, dall’altra, cercano di soffocare Cuba con la politica dei blocchi, istigando i regimi dittatoriali reazionari dell’America latina che sono sotto il loro dominio, quindi dipendenti, ad esercitare una pressione politica ed economica su Cuba. Per arrivare alla vittoria finale della rivoluzione, i popoli che hanno preso il potere in mezzo al cerchio del capitale mondiale, devono rafforzare con tutti i mezzi la loro forza interna; nello stesso tempo, devono ricevere l’appoggio sicuro di altri contingenti dalla rivoluzione socialista nel mondo, la vasta cooperazione internazionale della classe operaia di tutti i paesi e quella dei popoli oppressi di tutto il mondo. Cioè, bisogna sostituire il cerchio imperialista con quello socialista attraverso l’avvento della rivoluzione, o almeno sostituirlo in vari paesi tra loro vicini. Bisogna aprire la strada alla trasformazione della dittatura del proletariato in un sistema mondiale, distruggendo la barriera dell’imperialismo che circonda il paese socialista; bisogna finirla con l’isolamento del baluardo socialista bloccato e occorre riannodare i potenti legami della solidarietà combattiva della classe operaia internazionale e dei popoli oppressi del mondo. Solo quando avverrà questo, si potrà dire che è possibile evitare completamente l’intervento armato imperialista teso a restaurare il capitalismo e che è garantita la vittoria finale del socialismo.
La lotta di liberazione dei popoli è un movimento internazionale, come è internazionale il potere del capitale. Il movimento rivoluzionario in ogni paese assume un carattere nazionale e allo stesso tempo è parte della rivoluzione mondiale. La lotta rivoluzionaria si unisce a quella di tutti gli altri popoli, nell’aiuto e nel sostegno vicendevole; tutti sono rivolti verso un’unica direzione: la rivoluzione mondiale. La rivoluzione che ha già trionfato deve aiutare con la sua esperienza e il suo esempio la rivoluzione dei paesi che ancora non hanno visto il trionfo, deve appoggiare e aiutare attivamente con le sue forze politiche, economiche e militari la lotta di liberazione di tutti i popoli del mondo. l popoli dei paesi che ancora non hanno conseguito la vittoria della rivoluzione devono lottare ancor più tenacemente per difendere la rivoluzione vittoriosa negli altri paesi dalla politica di repressione degli imperialisti e accelerare il trionfo della rivoluzione nei loro paesi. È questa la legge dello sviluppo del movimento della rivoluzione mondiale ed è la buona tradizione ormai affermatasi nel processo della lotta di liberazione dei popoli.
La rivoluzione cubana è parte organica della rivoluzione mondiale e, in particolare, una tappa decisiva della rivoluzione latinoamericana. Difendere tale rivoluzione, consolidare e sviluppare il suo trionfo, sono non solo un dovere del popolo cubano, ma anche un dovere internazionalista per tutti i popoli oppressi dell’America latina e del mondo. Difendere le conquiste della rivoluzione d’Ottobre in Russia, che aprì cima breccia nel sistema capitalista mondiale, era un importante problema decisivo per il destino e per lo sviluppo della rivoluzione mondiale; difendere i risultati della rivoluzione cubana, che ha aperto la prima breccia nel sistema coloniale dell’imperialismo Usa in America latina costituisce un problema importante e decisivo per il destino della rivoluzione latino-americana.
Per difendere la rivoluzione cubana è molto importante sviluppare il movimento rivoluzionario nei paesi latino americani vicini a Cuba. Quando la fiamma rivoluzionaria arderà con vigore in diversi paesi latino-americani, dove l’imperialismo nordamericano ha messo piede, tanto più verrà dispersa e indebolita la forza dell’imperialismo Usa e né questo né i suoi lacchè potranno evitare il fallimento delle loro manovre tendenti a soffocare Cuba attraverso la concentrazione delle forze. Più avanti, se la rivoluzione trionfa in altri paesi dell’America latina, Cuba si libererà dall’assedio totale dell’imperialismo, si inaugurerà un rapporto positivo tra la rivoluzione cubana e quella latino-americana e si accelererà ancor di più la rivoluzione mondiale.
Per arrivare alla rivoluzione, bisogna creare le condizioni soggettive ed oggettive per questa. La rivoluzione deve svolgersi in accordo con la realtà concreta in cui la situazione rivoluzionaria oggettiva si è creata in ciascun paese, Tuttavia, questo non significa in alcun modo che la rivoluzione possa svilupparsi e maturare da sola, La rivoluzione potrà avanzare e maturare sicuramente solo attraverso un’attiva e ardua lotta portata avanti dai rivoluzionari. Se si aspetta soltanto che la situazione favorevole cada dal cielo, non si conduce la dura lotta richiesta da un’ardua rivoluzione e non si accrescono le forze rivoluzionarie; esse, infatti, non possono essere preparate spontaneamente senza la lotta; possono crescere e irrobustirsi solo attraverso una dura lotta. Se non sono preparate ad affrontare il momento decisivo della rivoluzione, custodendo le forze rivoluzionarie contro la repressione e nello stesso tempo accumulandole ed aumentandole continuamente attraverso una lotta attiva, sarà impossibile arrivare al trionfo della rivoluzione, anche quando si sia creata la situazione oggettiva. Voltare le spalle alla rivoluzione col pretesto di evitare sacrifici, significa di fatto obbligare i popoli ad essere eterni schiavi del capitale e a tollerare per sempre lo sfruttamento e l’oppressione più crudeli, maltrattamenti e umiliazioni insopportabili e un indicibile numero di sofferenze e sacrifici, È provato che il dolore acuto del periodo di transizione rivoluzionaria è generalmente molto più leggero del dolore cronico che proviene dal cancro della vecchia società, La rivoluzione sociale non si realizza facilmente come se si marciasse in una strada sicura ed ampia in pieno giorno, e neanche si procede senza difficoltà, vento in poppa e a vela spiegata. Sul cammino della rivoluzione ci possono essere ostacoli e problemi intricati e sacrifici parziali. II vacillare nel portare avanti la rivoluzione per non poter superare le difficoltà e per timore dei sacrifici, non è l’atteggiamento di un rivoluzionario.
II compito dei rivoluzionari in ogni paese consiste nel determinare il metodo scientifico e preciso di lotta in base ad una giusta valutazione della situazione interna ed esterna del paese e ad un corretto calcolo della correlazione di forze tra noi e il nemico; accumulare e aumentare le forze rivoluzionarie, formando nuclei e risvegliando le masse popolari durante le dure prove della rivoluzione, conducendo una lotta attiva in tempi normali, evitando difficoltà e sacrifici non necessari, prepararci pienamente e conseguire il grande successo rivoluzionario. In questo modo, una volta creata la situazione rivoluzionaria, debbono impegnarsi senza dilazione e senza perdere l’occasione, nella lotta decisiva volta a distruggere la dominazione reazionaria. Le forme e i metodi della lotta rivoluzionaria, non sono determinati da una volontà individuale, ma vengono decisi in ultima istanza dalla resistenza delle classi reazionarie dominanti. I rivoluzionari devono essere preparati a tutte le forme di lotta e sviluppare, sostanzialmente, il movimento rivoluzionario, combinando correttamente diverse forme e metodi di lotta, come la lotta politica e quella economica, quella violenta e la non violenta, la legale e la illegale.
La violenza controrivoluzionaria costituisce il mezzo di dominazione indispensabile per tutte le classi sfruttatrici. La storia dell’umanità non conosce ancora casi in cui una classe dominante abbia ceduto con le buone il suo potere di supremazia, né conosce l’esempio di una classe reazionaria che si sia ritirata dal potere obbedientemente senza arrivare a utilizzare la violenza controrivoluzionaria. Soprattutto, man mano che si avvicina la loro rovina, gli imperialisti si aggrappano sempre più tenacemente ai mezzi violenti, al fine di mantenere il proprio dominio. Gli imperialisti non solo reprimono i popoli nei loro paesi ma, con lo scopo di aggredire e saccheggiare gli altri paesi, reprimono sanguinosamente tutte le avanguardie rivoluzionarie delle nazioni oppresse, tenendo in pugno le loro forze armate.
In queste condizioni, la lotta di liberazione dei popoli oppressi non può trionfare senza che la violenza rivoluzionaria sconfigga gli imperialisti stranieri e demolisca l’apparato della dittatura reazionaria delle classi sfruttatrici interne che agiscono in comune con gli imperialisti esterni. Alla violenza bisogna rispondere con la violenza e bisogna sconfiggere la forza armata controrivoluzionaria con la forza armata rivoluzionaria.
La vampata di rivoluzione che oggi arde decisamente in America latina è una conseguenza naturale della situazione rivoluzionaria creatasi in questo continente. La stragrande maggioranza dei paesi latino-americani è sottomessa totalmente al dominio e alla dipendenza dall’imperialismo Usa. In numerosi paesi dell’America latina si sono costituiti regimi dittatoriali filo-statunitensi e le loro economie sono diventate totalmente dipendenti dai monopoli nordamericani. La politica di aggressione e di saccheggio dell’imperialismo Usa in America latina è l’ostacolo principale allo sviluppo sociale di questo continente e grava i popoli latino-americani di pesi e sventure insopportabili. Gli imperialisti nordamericani e i regimi dittatoriali filo-Usa dell’America latina hanno aumentato su grande scala gli eserciti, i corpi di polizia e tutti gli altri apparati repressivi e reprimono nel modo più brutale tutte le avanguardie rivoluzionarie popolari.
È ovvio che i popoli ridotti in povertà, affamati, oppressi e umiliati dell’America latina non possono conquistare la libertà e l’emancipazione, se non con le armi in pugno per lottare contro gli oppressori. È molto giusto e lodevole che Che Guevara, sotto la bandiera dell’internazionalismo proletario e della lotta antimperialista e anti-yankee, abbia svolto una eroica ed attiva lotta rivoluzionaria in vari paesi dell’America latina, con le armi in pugno rischiando la vita, accanto ai rivoluzionari latino-americani, per difendere la rivoluzione cubana ed affrettare il giorno della liberazione dei popoli oppressi in questa regione. I popoli rivoluzionari di tutto il mondo esprimono una profonda adesione alle grandi imprese di Che Guevara, che portò avanti l’eroica lotta armata accanto ai rivoluzionari latino-americani. II brillante esempio di Che Guevara serve da modello non solo per la lotta rivoluzionaria dei popoli dell’America latina, ma anche per la lotta di liberazione dei popoli dell’Asia e dell’Africa e li stimola a realizzare eroiche imprese.
Che Guevara non è più con noi. Ma in nessun modo sarà vano il sangue che egli ha versato. Il suo nome e la immortale azione rivoluzionaria che egli ha realizzato resteranno eternamente nelle pagine della storia della liberazione dell’umanità ed il suo nobile spirito rivoluzionario sarà imperituro. Sui campi di battaglia per la vita o la morte della lotta rivoluzionaria in Asia, Africa e America latina, sorgeranno migliaia e decine di migliaia di nuovi Che Guevara, e la causa rivoluzionaria che egli non poté terminare giungerà a compimento sicuramente, con la lotta dei rivoluzionari latino-americani e dei popoli rivoluzionari del mondo.
Oggigiorno, Asia, Africa e America latina costituiscono il più agguerrito fronte antimperialista. L’imperialismo vacilla per la poderosa resistenza dei popoli asiatici, africani e latino-americani, e riceve da questi i colpi più pesanti. Tuttavia, l’imperialismo diventa disperato e furioso e vuole mantenere la sua antica posizione e recuperare il privilegio perduto in queste regioni.
La causa per la libertà dei popoli dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina non è terminata. Finché esiste sulla terra l’imperialismo che opprime e saccheggia i popoli, questi non possono interrompere neppure un momento la loro lotta antimperialista. La lotta deve continuare finché tutta la classe imperialista sarà liquidata dalla faccia della terra e finché tutte le nazioni oppresse e umiliate avranno costruito i loro Stati indipendenti e raggiunto il progresso sociale e la prosperità nazionale.
Se non sarà cacciato, l’imperialismo non abbandonerà mai il suo dominio sui paesi coloniali e dipendenti. L’aggressione e il saccheggio costituiscono la natura dell’imperialismo. Se esistesse un imperialismo non aggressivo, allora questo non sarebbe più imperialismo. La natura aggressiva dell’imperialismo non muta se non con la morte. Per questo bisogna dissipare ogni illusione sull’imperialismo e lottare fino all’ultimo contro di esso. Solo quando le nazioni assumeranno una posizione di principio contro l’imperialismo e rafforzeranno la lotta antimperialista, i popoli oppressi potranno ottenere la libertà e l’indipendenza e i popoli emancipati potranno frenare l’aggressione dell’imperialismo, consolidare l’indipendenza nazionale e raggiungere la prosperità del loro paese e della loro nazione.
L’imperialismo nordamericano è l’imperialismo più barbaro e più crudele dell’epoca moderna ed è il capofila dell’imperialismo mondiale.
I paesi asiatici e latino-americani, così come i paesi africani, non sono gli unici ad essere violati nella loro sovranità e nel loro territorio dall’imperialismo nordamericano né sono gli unici ad essere minacciati da una sua aggressione. In terra non c’è nessun luogo dove non siano arrivati gli artigli rapaci dell’imperialismo yankee, e non esistono luoghi in cui gli imperialisti yankee non abbiano messo piede e non abbiano fatto spargere sangue popolare. Gli imperialisti Usa portano avanti il loro proposito irriducibile di sottomettere tutto il mondo al loro dominio. Per raggiungere perfettamente questo obiettivo, l’imperialismo yankee perpetua senza sosta aggressioni armate e attività sovversive contro i paesi socialisti e gli Stati di nuova indipendenza e reprime brutalmente la lotta di liberazione dei popoli asiatici, africani e latino-americani. Si deve categoricamente combattere questa ambizione aggressiva dell’imperialismo Usa. È evidente che abbandonando la lotta contro l’imperialismo nordamericano non si può salvaguardare la pace del mondo, né si può conseguire la liberazione nazionale, né l’indipendenza, né la democrazia, né la vittoria del socialismo. Per tutti i popoli del mondo la lotta anti-yankee è un dovere comune e inevitabile, è il primo dovere rivoluzionario.
Allo scopo di sconfiggere definitivamente l’imperialismo nordamericano è necessario conoscere con precisione la sua strategia mondiale.
Attualmente, la principale strategia dell’imperialismo nordamericano per aggredire il mondo, consiste nel cercare di distruggere separatamente, con la forza delle armi, i paesi socialisti rivoluzionari più piccoli e divisi e i paesi di nuova indipendenza senza mutare, possibilmente, le relazioni con i paesi più grandi ed evitando un confronto con essi; l’imperialismo Usa tenta di sfaldare al loro interno, attraverso un’intensificazione dell’offensiva ideologica e politica, quei paesi che sono ideologicamente deboli, che non vogliono fare la rivoluzione e che, diffondendo tra i popoli l’illusione riguardo all’imperialismo, sbandierano la coesistenza con l’imperialismo e desiderano vivere in buona armonia con esso.
Appoggiandosi a questa strategia mondiale, gli imperialisti yankee aumentano enormemente l’armamento e rafforzano ancor più le loro basi e le alleanze militari offensive per attaccare i paesi socialisti e quelli progressisti. Gli imperialisti nordamericani hanno scelto la strada di realizzare apertamente la guerra locale e la guerra speciale in Vietnam e in una serie di al tre regioni, preparando su grande scala la guerra totale e la guerra nucleare.
Accanto a questo, gli imperialisti yankee, da una parte, lavorano rabbiosamente per comprare e utilizzare, come propri sbirri, coloro che all’interno del movimento operaio temono la rivoluzione e, dall’altra, ricorrono a un nuovo tipo di guerra fredda per fomentare in alcuni paesi la liberalizzazione e lo sviluppo democratico. Gli imperialisti nordamericani mentre parlano di alleanza con la nazione più favorita, di allargamento del contatto e dell’interscambio tra est e ovest, eccetera, utilizzandoli come mezzi, tentano di infiltrarsi con la loro ideologia e la cultura reazionaria per degradare ideologicamente i popoli ed impedire il loro sviluppo economico. In questo modo intendono distruggere questi paesi al loro interno. Gli imperialisti svolgono attività di sabotaggio e di complotto sovversivo per distaccare dal fronte antimperialista, ad uno ad uno, i paesi di nuova indipendenza. Mentre ricorrono all’aperta violenza, penetrano in questi paesi parlando di aiuto e così intervengono negli affari interni di questi paesi. Gli imperialisti nordamericani, raggruppando i reazionari di destra, cercano di indurli ad opporsi alle forze progressiste e cercano di trascinare alcuni paesi di nuova indipendenza sulla strada della controrivoluzione.
Cioè, gli imperialisti yankee, agitando l’olivo in una mano e la freccia nell’altra, mettono assieme la politica nucleare con la penetrazione pacifica, la repressione con la conciliazione e l’inganno; essi meditano di conquistare uno ad uno, con l’aggressione armata, i paesi rivoluzionari e di dividere i paesi ideologicamente deboli, con la penetrazione ideologica e culturale.
Davanti a questi complotti e a questi inganni dell’imperialismo nordamericano, i popoli di tutto il mondo devono mantenere la massima vigilanza e stare pronti, in tutti i sensi, contro ogni sorta di possibili aggressioni del nemico.
È importante rafforzare al massimo la solidarietà combattiva di tutte le regioni, di tutti i paesi, di tutti i partiti, di tutti gli uomini e di tutte le forze che si oppongono all’imperialismo per sviluppare decisamente la lotta imperialista e anti-Usa.
La lotta rivoluzionaria dei popoli asiatici, africani e latino-americani si svolge in stretto rapporto, dato che essi hanno desideri e aspirazioni comuni. Se l’America latina geme sotto il giogo dell’imperialismo, i popoli asiatici e africani non possono starsene tranquilli, e quando l’imperialismo Usa sarà sconfitto nelle regioni asiatiche e in quelle africane, si creerà un legame favorevole per il movimento di liberazione nazionale dei popoli latino-americani. La solidarietà di lotta e gli stretti rapporti tra i popoli dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina faranno smisuratamente aumentare le forze rivoluzionarie antimperialiste e anti-yankee; saranno queste le forze invincibili che sconfiggeranno definitivamente le aggressioni degli imperialisti e il fronte unito dei reazionari internazionali. Per questo, i popoli di tutte le regioni in cui l’imperialismo Usa si è annidato, debbono unire la loro forza per colpirlo mortalmente.
In Asia, in Africa e in America latina, ci sono paesi socialisti e paesi neutrali, paesi grandi e paesi piccoli. Tutti questi paesi, ad eccezione dei regimi fantoccio e dei paesi satelliti degli imperialisti, costituiscono le forze antimperialiste e anti-Usa. Nonostante la differenza nel sistema statale e socio-politico, nei criteri politici e nelle credenze religiose, i popoli dei paesi di queste regioni, in quanto nazioni oppresse, che furono dominate e sfruttate dagli imperialisti e dai colonialisti, hanno l’obiettivo e l’aspirazione comuni di arrivare alla indipendenza e alla prosperità nazionali e hanno la volontà comune di combattere contro l’imperialismo e il colonialismo vecchio e nuovo. La differenza nel sistema statale e socio-politico, nei criteri politici e nelle credenze religiose non possono essere, in nessun modo, un ostacolo per lottare uniti contro l’imperialismo statunitense. Tutti i paesi dovranno formare un fronte unito antimperialista e realizzare un’azione congiunta anti-yankee per sconfiggere il comune nemico e raggiungere il comune obiettivo.
Tra coloro che si oppongono all’imperialismo ci possono essere, fin da ora, diversi tipi di persone. Alcuni possono essere attivi nella lotta contro l’imperialismo, alcuni possono vacillare in questa lotta e altri possono unirsi ad essa controvoglia, premuti dai popoli del loro paese e del mondo. Ma, qualunque sia il motivo, è necessario immettere tutte queste forze nella lotta comune anti-Usa, fuorché i servi dell’imperialismo. Se si isola al massimo l’imperialismo Usa e se lo si colpisce in modo congiunto, unendo parecchie forze nella lotta comune, sebbene siano forze instabili e indecise, sarà tuttavia un fatto sempre positivo e mai negativo. È necessario attrarre nella lotta antimperialista quelli che la evitano e rendere più attivi quelli che sono passivi. Dividere il fronte unito anti-yankee o negare l’azione congiunta antistatunitense porterà solo a gravi conseguenze capaci di indebolire la lotta antimperialista e anti-yankee.
Per vincere l’imperialismo Usa con la lotta, occorre assestargli duri colpi in tutti i paesi, sia grandi che piccoli. In questo senso, è particolarmente importante che i piccoli paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina si liberino dall’asservimento alle grandi potenze, che consiste nell’appoggiarsi ai grandi paesi e che prendano parte attiva nella lotta anti-yankee. È sbagliato ritenere che sia impossibile vincere l’imperialismo yankee se non lottano anche i grandi paesi. È chiaro che sarebbe meglio se i grandi paesi lottassero insieme ai piccoli contro l’imperialismo nordamericano; pertanto i piccoli paesi debbono sforzarsi di unirsi ai grandi. Tuttavia, questo non significa in alcun modo che, non essendo un grande paese, sia impossibile vincere l’imperialismo Usa con la lotta. È più che evidente che non si può fare la rivoluzione a braccia incrociate, cercando di appoggiarsi ai grandi paesi e che gli altri non possono fare la rivoluzione al nostro posto. I piccoli paesi possono anche sconfiggere un grande nemico, se ben guidati nella lotta, se non temono sacrifici, se adottano il Juché e se uniscono le masse popolari. Questa è una verità molto importante della nostra epoca, confermata dalla vita pratica. Questa verità è stata confermata dalla esperienza della guerra in Corea e ancora la confermano in modo splendido il trionfo della rivoluzione cubana e l’eroica guerra di resistenza anti-yankee e per l’indipendenza nazionale del popolo vietnamita.
In particolare, sebbene piccoli, se molti paesi che si oppongono all’imperialismo lottano unendo le loro forze, i popoli, colla loro forza decisamente superiore, potranno battere definitivamente il nemico, per potente che sia. I popoli dei paesi impegnati nella rivoluzione, debbono unire la loro forza per tagliare il braccio sinistro e il braccio destro, la gamba sinistra e quella destra e, infine, per tagliare la testa all’imperialismo Usa ovunque esso abbia esteso le sue mire aggressive. Sebbene ora gli imperialisti nordamericani siano orgogliosi della loro forza, se i popoli rivoluzionari del mondo si uniscono per smembrarli, essi non potranno resistere e ben presto saranno sconfitti. Rispetto alla strategia dell’imperialismo Usa di distruggere separatamente i piccoli paesi, noi, che siamo piccoli, dobbiamo rispondere unendoci, perché ognuno di noi tagli la testa e le gambe dell’imperialismo yankee. Si può dire che, così facendo, questa sarà la strategia di lotta dei paesi più piccoli per combattere e vincere l’imperialismo nordamericano.
Il popolo coreano ha lottato per più di venti anni per l’unificazione del paese e contro l’occupazione della Corea del sud da parte dell’imperialismo yankee. La rivoluzione coreana è parte del movimento rivoluzionario internazionale e la lotta rivoluzionaria del popolo coreano si sviluppa dentro la lotta comune dei popoli di tutto il mondo per la pace, la democrazia l’indipendenza nazionale e il socialismo. Il popolo coreano lotta per completare la sua causa di liberazione nazionale e, nello stesso tempo, compie tutti gli sforzi per accelerare lo sviluppo generale del movimento rivoluzionario internazionale. Il nostro popolo solidarizza con tutte le forze che si oppongono all’imperialismo nordamericano ed appoggia senza sosta la lotta dei popoli di tutti i paesi contro l’imperialismo yankee. Noi consideriamo questo come un fattore importante per il trionfo della rivoluzione coreana. L’imperialismo è una forza in agonia la cui epoca è ormai tramontata e la lotta per la libertà dei popoli è una forza nuova che aspira al progresso dell’umanità. Sebbene si possano incontrare numerose difficoltà, ostacoli e contrattempi sulla strada della lotta per la liberazione dei popoli, la disfatta dell’imperialismo e il trionfo di questa lotta è una legge dello sviluppo della storia, che non si può impedire. Sebbene gli imperialisti, ammaestrati dall’imperialismo yankee, facciano sforzi disperati per frenare la sempre pili vasta lotta di liberazione dei popoli, questo non è altro che l’ultimo delirio dei condannati alla rovina. Quanto più gli imperialisti nordamericani si disperano, tanto più peggiorano la situazione. L’imperialismo yankee va tramontando e il suo destino è uguale a quello del sole di ponente. Gli imperialisti nordamericani saranno cacciati sicuramente dall’Asia, dall’Africa e dall’America latina, grazie alla lotta di liberazione dei popoli. La grande causa rivoluzionaria antimperialista dei popoli dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina è invincibile.