In occasione dell’anniversario della nascita di Alceste De Ambris, vogliamo fornire la possibilità di studio di un documento a tratti utopico ed a tratti controverso.
La Carta di Libertà nasce dal midollo stesso delle idee sindacaliste rivoluzionarie, in essa si respira la lotta sfociata nel mentre nell’Unione Sindacale Italiana, i movimenti di Parma, la volontà di una società libera da un’opprimente moralismo e una sempre più opprimente borghesia.
La parte controversa della sua storia non è legata al contenuto, o all’autore, quanto al promulgatore: essa infatti divenne la costituzione (anche se mai del tutto applicata) della dannunziana Reggenza del Carnaro.
Come ben delineato anche nell’introduzione curata da Giampiero Braida essa rappresenta un unicum non affiliabile ad alcun movimento successivo, sia per condotta che per intenti.
Per quanto si cercò poi disperatamente, a destra e manca, di affibbiarsi la paternità sia delle figure sindacaliste come Corridoni, sia del movimentismo sindacale. Riuscendo sicuramente nell’obiettivo di insudiciare di paternalismo l’idea sindacalista stessa.
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