Di Fabian
Se il fronte europeo sembrava spavaldamente poter vantare un’unità d’azione e intenti senza
precedenti, nella sua eroica, o per meglio dire donchisciottesca, battaglia per la vita contro
l’inarrestabile avanzata barbarica russa e cinese, ora l’ultimo fronte dell’imperialismo mondiale non
può esimersi dal mostrarsi in tutta la propria ridicola nullità.
La morte della Queen è ora una morte simbolica, la donna che ha traghettato Albione nel suo ultimo
rigurgito imperialistico ora ci abbandona nel momento supremo in cui è l’intero imperialismo
mondiale a lanciare il proprio disperato grido di morte.
Il nostrano mefistofele, alfiere dell’atlantismo rozzo e decadente, si prepara a lasciare il proprio
posto al neofascismo euroatlantico della Meloni, mentre in Inghilterra l’altro pupillo della suprema
ultima barricata democratica abbandona la nave alla novella Thatcher anglosassone, che potrebbe in
futuro regalarci la letizia di una nuova pubblica latrina, nel caso a breve anche il pisciare divenga un
lusso per pochi filistei borghesi.
Nell’estremo Oriente l’imperialismo americano non attende altro che il risveglio del Dragone,
mentre disperatamente tenta di stritolarlo nella doppia morsa di Taipei e Nuova Delhi, in combutta
con i degenerati imperialisti del Sol Levante, che masochisti fino al midollo forse non attendono altro
che una nuova batosta ben assestata da parte delle gloriose armate del proletariato cinese.
Come dichiarato pochi mesi fa dal compagno cinese Zuo Dapei, “Il nostro principale nemico
nell’arena internazionale è la NATO. Il compito principale per i popoli del mondo di mantenere la
pace e i propri interessi è quello di rovesciare la NATO.”, “Il fatto che i sedicenti comunisti gettino
acqua fredda sulla lotta contro la NATO, il principale protettore del mondo capitalista di oggi, non
può che farci dubitare della sincerità della loro lotta per il comunismo. Questi autoproclamati
comunisti puri sono proprio come i trotskisti di cento anni fa, che non facevano altro che separarsi
dalla massa più ampia possibile del popolo e seppellire il loro movimento che contemporaneamente
si vantava del proprio leninismo puro”.
Questa è una guerra mondiale, o forse ne è il preludio, non certo la conclusione.
Ci chiamino dunque disfattisti, anti-occidentali, anti-europei; rivendichiamo tutte queste
attribuzioni.
Siamo nemici eterni dell’Europa del capitale, dei monopoli, dell’imperialismo, e siamo pronti a
salutare a braccia aperte le orde di barbari che daranno il colpo di grazia alla vacca morente, come
un tempo lo diedero al decadente e burocratico Impero Romano.
Si ricordi dunque, a perpetuo monito, gli ideologi della vittoria mondiale del capitalismo, della fine
del comunismo e “della storia”, che le grandi guerre contro la Russia si sono perse a causa del freddo
invernale.