Ci tengo a precisare una questione legata al termine nichilismo, perché è vitale per la risposta. Esiste il nichilismo passivo, quello di accettare con passività, e il nichilismo attivo, che è la volontà di potenza nietzschiana. La situazione oggi è critica: c’è un collasso economico in arrivo, una terza guerra mondiale, pare, alle porte e tanti giovani lo hanno capito. Il problema sta nel rifugiarsi in espressioni ideologiche che hanno fallito nel passato, quando ciò che bisognerebbe fare è unirsi dietro a un’idea comune che sia innovativa senza perdersi in sofismi e miraggi. Affinché questa concettualizzazione nasca e si sviluppi del tutto, serve una minoranza formata, ovvero un’avanguardia. Ciò non vuol dire perdersi in vani teorismi e pubblicazioni cartacee autoreferenziali; è essenziale che il militante vada in piazza. Coltiviamo le idee che abbiamo senza chiuderci in noi stessi, ma teniamo conto che finché non sorgeranno le effettive condizioni che svegliano il popolo, è difficile che avvengano le rivoluzioni. Sta a noi porne le basi, o subirne le conseguenze. Dall’intervista al segretario Giovanni Amicarella diAdam Bark per ComeDonChisciotte
La nostra generazione, come tutte le generazioni arrivate con un’età di venti o trent’anni sull’orlo del precipizio, ha in mano le sorti del paese. Ed è una verità incontrovertibile, di cui sono perfettamente a conoscenza tra le file delle classi dirigenti. Mentirei se dicessi che noto disinteresse verso il nostro progetto politico, in questi quasi tre anni abbiamo mantenuto un’età media molto bassa, quasi quella di una giovanile, nonostante la crescita decisa. Penso che per alcuni, vedendo progetti fallimentari di giovanili altrui, sia la scusa perfetta: non attiriamo giovani perché i giovani sono disinteressati. Per quelli della nostra generazione che ancora sono titubanti, col tempo arriverà la condizione di svegliarsi dal torpore senza dubbio. Dall’intervista al segretario Giovanni Amicarella di Cris Baldelli per Fahrenheit2022
Programma – II. Moto contro immobilità
Il SOCIT nasce da giovani, senza mezzi né alleati, lo spirito che ne ha sempre accompagnato i passi è quello di azione senza mezze misure, oltranzismo e non ricerca di lusinghe, cercare soluzioni e non mediazioni. Chi aderisce alla nostra causa, aderisce a quella dei lavoratori, chi aderisce a quest’ultima si trova in una condizione che lo deve portare inevitabilmente all’azione, cioè all’essere pronto a dimostrare che al contrario della “concorrenza” costruita ad hoc per castrare i nostri intenti, la nostra è un’organizzazione in perenne moto e contraddistinto da una totale assenza di interesse personale in quello che svolge. Per troppo tempo abbiamo lasciato questo paese in mano ad inadatti, lenti e melliflui individui che hanno dissanguato il popolo. È arrivato il momento di cambiare rotta, in modo deciso e permanente.
A torto, ad esempio, qualcuno si ostina a considerarci “generazionali”: abbiamo gente di tutte le età, quello che mal sopportiamo è la boria di chi ha passato decenni sulle stesse posizioni e ha avuto decenni di occasioni mancate, e adesso si sente defraudato semplicemente per la nostra esistenza. Commento del segretario Giovanni Amicarella per IlTazebao