Programma – V. Sindacalismo contro “sindacalismo”
Il SOCIT abbraccia l’eredità del sindacalismo rivoluzionario e delle esperienze socialiste del XX secolo, sostenendo l’idea che la vera rivoluzione sociale debba necessariamente partire dai lavoratori, mentre il partito debba arrogarsi il dovere di svegliare in una prima fase le coscienze, per poi cooperare al processo una volta iniziato. Tuttavia lo fa in chiave aggiornata ai tempi, con ben chiare le nuove priorità, al contrario degli altri siamo, insomma, decisi a mantenere un approccio rinnovatore. Il sindacalismo rivoluzionario basa la sua linea economica sulla ripartizione delle attività economiche in “sindacati di categoria” (unione di lavoratori i cui delegati sono scelti dai lavoratori stessi, nulla a che vedere con la concezione odierna di sola rappresentanza), di modo che siano essi stessi a coordinarne la produzione, a godere i pieni frutti del proprio lavoro, oltre che ad avere il lavoro stesso come garanzia della condizione sociale.
In realtà, analizzando storicamente lo sviluppo delle concezioni politiche che raggruppiamo nel termine ideologie, non si ha mai un’ideologia ex novo, ma sempre uno sviluppo che a tratti riprende anche il concetto di sintesi hegeliana fra elementi critici e filosofici precedenti, così è stato per tutte le correnti di socialismo che valga la pena analizzare ad oggi. Serve insomma una nuova idea che abbia radici ben piantate e si può dire che sia così che nasce la concezione di “socialismo italico”. Seppur non sia nuovo il voler affrontare la questione nazionale di pari passo con quella di classe, basti vedere le analisi dei paesi con cui siamo in contatto come Vietnam, Corea popolare, Venezuela e Cuba, è del tutto nuovo per il contesto occidentale l’approccio che noi ed altri ne stiamo avendo, ed è uno sviluppo ideologico che lentamente si vede emergere in più parti dell’Occidente. La lettura assolutamente comune è delineare il sistema etno-culturale, valorizzarlo e prenderlo a riferimento come substrato su cui costruire il socialismo. Dall’intervista al segretario Giovanni Amicarella di Adam Bark per ComeDonChisciotte
O i vari propositori di “ideologie post-ideologiche”, che per paura di schierarsi restano ambigui su certe etichette, a cui abbiamo risposto con uno sprezzante socialismo italico. Commento del segretario Giovanni Amicarella per IlTazebao